La mindfulness nel trattamento delle dipendenze

Mindfulness e dipendenze, Alessandro Vimercati Psicologo

La mindfulness nel trattamento delle dipendenze

Mindfulness è un termine che negli ultimi anni è diventato sempre più presente negli scaffali delle librerie e nelle riviste che parlano di benessere, ma soprattutto in alcuni orientamenti della psicologia moderna. Tradotta alla lettera la parola mindfulness significa “pienezza della mente”, ma viene più spesso tradotta come “piena consapevolezza”, riferendosi al momento che si sta vivendo. È un’esperienza diretta e approfondita del momento presente, definita da Jon Kabat-Zinn come “portare attenzione al momento presente con intenzione, in modo curioso e non giudicante”.

La figura di Jon Kabat-Zinn è stata determinante nella nascita della mindfulness. Biologo e professore, praticante e appassionato di meditazione, Kabat-Zinn introdusse nel mondo occidentale pratiche meditative per la consapevolezza già utilizzate in oriente da oltre duemila anni, spogliandole della componente religiosa, cercando riscontri scientifici sulla loro efficacia e cercando di adattarle ai protocolli operativi dei contesti clinici. Armato di questi strumenti, alla fine degli anni settanta iniziò a lavorare con gruppi di pazienti affetti da dolore cronico negli ospedali, ottenendo importanti risultati. Da questo lavoro nacque il primo protocollo mindfulness chiamato MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) e nel corso degli anni il suo lavoro si diffuse globalmente permettendo la nascita di nuovi protocolli applicati in ambiti diversi.

Mindfulness, psicologia e dipendenze

La psicologia moderna, in particolare alcuni orientamenti teorici, ha abbracciato la mindfulness integrandola in percorsi terapeutici oppure proponendo dei percorsi autonomi basati solamente sulla pura e semplice pratica di questi esercizi.

Anche nella psicologia delle dipendenze oggi si ricorre alla mindfulness, in particolare con percorsi specifici di allenamento mentale come il MORE (Mindfulness-Oriented Recovery Enhancement) e il MBRP (Mindfulness Based Relapse Prevention). Grazie a questo tipo di allenamento i pazienti sono facilitati nell’acquisizione di alcune abilità importanti nel superamento delle dipendenze, come diventare maggiormente consapevoli delle proprie risposte emotive agli stimoli o ai disagi che alimentano le situazioni di dipendenza, orientare la propria attenzione verso le sensazioni del corpo focalizzandosi sul respiro, modificare il proprio atteggiamento nei confronti dei pensieri e emozioni negative che contribuiscono al mantenimento della dipendenza, focalizzarsi sul piacere ottenuto da gratificazioni naturali ed emozioni positive, analizzare le sensazioni del craving.

La gestione del craving

Uno degli aspetti più interessanti di questi percorsi è la parte relativa alla gestione del craving, definito come il desiderio impulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o per qualunque altro oggetto-comportamento gratificante (es. gioco d’azzardo, bevande alcoliche, ecc.) Per molti soggetti che hanno sviluppato e poi superato una dipendenza il craving può durare per molto tempo anche quando si cessa di mettere in atto il comportamento che l’ha generato. Ad esempio tra gli ex-cocainomani o ex-eroinomani molti sperimentano che il craving per la sostanza, soprattutto in determinate circostanze, non scompare mai completamente anche dopo anni di astinenza. Lo stesso discorso vale per l’alcol, il gioco d’azzardo e altri comportamenti caratteristici delle dipendenze. La gestione del craving è quindi un aspetto di particolare importanza nei percorsi psicologici di trattamento della dipendenza e i programmi di allenamento mentale basati sulla mindfulness forniscono degli strumenti validi per affrontare questo tema. Se il comportamento impulsivo della persona dipendente in fase di craving è quello di tornare meccanicamente a ripetere il comportamento che la rende dipendente, attraverso la mindfulness è possibile congelare momentaneamente questa fase per esplorare le sensazioni che si provano in questo determinato momento, indebolendo le risposte automatiche e rinforzando l’autocontrollo. Ad esempio in un esercizio del percorso MORE si riproduce una situazione di craving semplificata e facilmente gestibile tenendo un cioccolatino tra le labbra e il naso dei partecipanti che vengono invitati a concentrarsi sulla voglia di mangiare il cioccolato e sulle sensazioni che questa suscita in loro. I partecipanti vengono quindi allenati a decostruire l’esperienza di craving separando componenti sensoriali, emotive e cognitive e osservando come queste si evolvono nel corso del tempo, diventando più facilmente gestibili.

Riscontri scientifici per la mindfulness applicata alle dipendenze

Gli studi condotti su questo tipo di percorsi stanno dando esiti positivi, cioè dimostrano che i percorsi di trattamento delle dipendenze svolti con l’ausilio di queste tecniche di mindfulness permettono ai partecipanti di ottenere risultati migliori rispetto ai percorsi tradizionali per il trattamento delle dipendenze, anche a distanza di tempo.

In uno studio del 2017 si sono confrontati i risultati di 34 ricerche sugli esiti di percorsi di trattamento delle dipendenze con tecniche di mindfulness evidenziando come siano stati misurati significativi miglioramenti nei pazienti trattati in termini di regolazione delle emozioni, capacità di autocontrollo e gestione del craving.

Anche se per i casi più compromessi si ipotizza la necessità di progettare percorsi più lunghi delle 8 settimane proposte attualmente, nei programmi basati sulla mindfulness si intravede sicuramente una possibilità concreta di sviluppo in ambito psicologico per affrontare in modo efficace la tematica del trattamento della dipendenza in diversi ambiti di applicazione.

 

BIBLIOGRAFIA

  • Segal Z., Williams M., Teasdale J., “Mindfulness”, Boringhieri, 2014
  • Garland E.L., Howard M.Q., “Mindfulness-based treatment of addiction: current state of the field and envisioning the next wave of research” in Addiction Science & Clinical Practice Journal, 2018
  • Li W, Howard MO, Garland EL, McGovern P, Lazar M. “Mindfulness treatment for substance misuse: a systematic review and meta-analysis” in Journal of Substance Abuse Treatment, 2017
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